Nel mese di ottobre l’U.N.A.SA.M. (Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale) ha inviato all’allora Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ai presidenti delle principali Commissioni, ai presidenti delle Regioni, agli assessori alla sanità regionali e alla Conferenza delle Regioni una lettera per denunciare il grave stato di crisi in cui versa la stragrande maggioranza dei servizi territoriali di Salute Mentale in Italia.
Di seguito il testo della lettera, che l’associazione 180amici L’aquila – Onlus ha contribuito a diffondere inoltrandola al Direttore Generale della ASL 1 Avezzano – Sulmona – L’Aquila Rinaldo Tordera, al Direttore del Dipartimento di Salute Mentale della ASL 1 Avezzano – Sulmona – L’Aquila Vittorio Sconci, al Presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso e al Dipartimento per la Salute e il Welfare della Regione Abruzzo.
La Direzione Nazionale dell’Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale (U.N.A.SA.M), riunita a Bologna in data 15 ottobre 2016, denuncia il grave stato di crisi in cui versano la stragrande maggioranza dei servizi territoriali di Salute Mentale in Italia.
E’ stata analizzata la situazione nelle diverse Regioni d’Italia e il quadro che ne è emerso è disastroso e crea allarme e preoccupazione nelle migliaia di famiglie rappresentate dall’U.N.A.SA.M. e negli stessi operatori dei servizi:
- Servizi di salute mentale con piante organiche ridotte del 50% (come denunciato anche dalla SIP e dalla SIEP), e con l’assenza di tutte le figure professionali previste dal Progetto Obiettivo Nazionale Salute Mentale tutt’ora in vigore.
- Servizi non in grado di attuare adeguata e puntuale presa in carico, ridotti ad ambulatori psichiatrici che intervengono prevalentemente sulle urgenze con farmaci e T.S.O.
- Servizi impossibilitati, in tali condizioni, a garantire progetti terapeutici riabilitativi individuali, con il coinvolgimento attivo e responsabile degli utenti e loro familiari, orientati alla ripresa e all’emancipazione sociale.
- Centri di Salute Mentale, per la maggioranza, aperti soltanto alcune ore al giorno, o qualche giorno o ora alla settimana.
- Centri di Salute Mentale che vengono accorpati privando il territorio di risorse socio-sanitarie fondamentali per la salute dei cittadini, la presa in carico e gli interventi riabilitativi.
- Dipartimenti di Salute Mentale sempre più “accorpamento burocratico” di unità operative, piuttosto che sistema organizzato di servizi riferiti ad un determinato territorio come previsto dal Progetto Obiettivo Nazionale Salute Mentale; causando perdita, dispersione e frammentazione delle responsabilità delle unità operative e dello stesso Dipartimento.
- Assenza di una reale integrazione socio-sanitaria come previsto dalle norme vigenti con il coinvolgimento degli Enti Locali.
- Difficoltà a garantire percorsi emancipativi che diano risposte in termini di lavoro, casa, relazioni sociali ed affettive aggravando il carico familiare emotivo ed economico, costringendo gli stessi ad assumere in particolare l’onere delle spese di residenzialità, e di percorsi terapeutici con professionisti privati o in regime di intramoenia.
La Direzione Nazionale dell’U.N.A.SA.M., denuncia inoltre la grave involuzione culturale che tale situazione di gravità sta determinando nella maggior parte dei servizi, con la ripresa e la legittimazione di pratiche coercitive e istituzionalizzanti:
- Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura che praticano la contenzione, hanno le porte chiuse, la guardia giurata, la videosorveglianza e con l’assenza di qualunque percorso realmente riabilitativo;
- Aumento del ricorso a strutture residenziali accreditate e non, con caratteristiche di chiusura e limitazione delle libertà e diritti personali, con tendenza al progressivo prolungamento della permanenza;
- Eccessivo ricorso ai ricoveri nelle Cliniche Private e nelle grandi istituzioni totali.
La Direzione Nazionale, denuncia inoltre l’assenza di un piano strategico sulla formazione continua degli operatori dei servizi e nelle Università, orientata alla Salute Mentale di Comunità.
La Direzione Nazionale, esprime viva preoccupazione per l’uso distorto delle REMS e per il mancato trasferimento delle risorse finanziarie (derivanti dalla Legge 9/2012 e Legge 81/2014) ai Dipartimenti di Salute Mentale, per i progetti terapeutici riabilitativi Individuali per i dimessi dagli OPG e per il potenziamento dei servizi territoriali del Dipartimento.
La Direzione Nazionale, esprime inoltre la propria contrarietà a qualunque proposta di legge sulla salute mentale, ritenendo sufficienti tutte le norme legislative attualmente in essere e le Raccomandazioni dell’O.M.S. e della Comunità Europea (Legge 180/78, Legge 833/78, Progetti Obiettivo Nazionali Salute Mentale, Piano d’Azione Europeo e Piano d’Azione dell’O.M.S. 2013/2020, Convenzione O.N.U. sui Diritti delle Persone con Disabilità), che vanno applicate e rispettate su tutto il territorio nazionale.
La Direzione Nazionale dell’U.N.A.SA.M., invita il Ministro alla Sanità, i Presidenti delle Regioni, gli Assessori Regionali alla Salute, ad assumere un rinnovato e urgente impegno sulla questione “Salute Mentale” che costituisce una delle emergenze prioritarie nel nostro Paese, rimettendo al centro dell’intervento pubblico la persona umana con la complessità dei bisogni che esprime nella sua condizione di sofferenza, a partire dalle situazioni di maggiore gravità e complessità.
La Direzione Nazionale dell’U.N.A.SA.M.,
CHIEDE
che con ogni urgenza vengano assunte le seguenti iniziative:
- la Convocazione urgente della seconda Conferenza Nazionale sulla Salute Mentale che
dal 2001 non è stata più convocata; - la ricostituzione della Commissione Nazionale Salute Mentale, presso il Ministero della Salute, che non viene convocata dal 2008;
- una disposizione Ministeriale che obblighi le Regioni al rispetto e alla piena applicazione della Legge 180/78, della Legge 833/78, della Legge 9/2012, della Legge 81/2014, della Legge 328/2000, del DPR 7.04.1994 – 1° Progetto Obiettivo Nazionale Salute Mentale 1994-1996, DPR 01.01.1999 – 2° Progetto Obiettivo Nazionale Salute Mentale, del Piano d’Azione 2013/2020 dell’Europa e dell’O.M.S., della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.
Il non rispetto delle norme di cui sopra ha determinato un grave pregiudizio alla salute di migliaia di cittadini e cittadine italiane, determinando cronicità e grave danno alle famiglie e all’intera comunità.