L’Associazione 180amici L’Aquila, associazione di cittadini per la tutela della Salute Mentale, intende portare all’attenzione pubblica la Giornata Mondiale della Salute Mentale: una celebrazione, tuttavia, che non può rimanere esclusivamente tale, ma può essere occasione e momento di programmazione delle azioni da portare avanti, sia come Associazione che a livello di persone esperte per esperienza, ovvero persone con un passato di sofferenza mentale protagoniste del loro percorso di recovery e di vita.
Non possiamo esimerci dal rilevare che, a 40 anni dalla Legge 180 (la Legge Basaglia che nel 1978 ha sancito la chiusura dei manicomi in Italia), è ancora lontano dall’essere raggiunto l’obiettivo della “buona cura” evidenziato dall’allora Direttore Generale dell’OMS Gro Harlem Brundtland1 nel 2001. E come si raggiunge questo obiettivo? Abbiamo tutti gli strumenti per farlo e non parliamo soltanto di quelli farmacologici: interventi psicologici, inclusione sociale, relazionale e lavorativa, senza separazione e con vera integrazione, devono essere le basi per una “buona cura” portata avanti con coraggio e consapevolezza.
Tuttavia, la strada verso la “buona cura” non è priva di difficoltà: tra queste, l’aumento continuo del ricorso al Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO), spesso come unico strumento per fronteggiare l’urgenza piuttosto che lavorare sulla prevenzione delle acuzie attraverso una presa in carico forte da parte del Centro di Salute Mentale (CSM) che, in accordo con il Progetto Obiettivo “Tutela salute Mentale 1998-2000”2, meriterebbe una posizione sempre più centrale all’interno del Dipartimento di Salute Mentale (DSM). Il basso numero dei TSO è, invece, indicatore di qualità di un Dipartimento di Salute Mentale e, in tal senso, forte dev’essere l’impegno di tutto il sistema organizzato delle Unità Operative di Salute Mentale.
Un’altra difficoltà che possiamo evidenziare è, purtroppo, la carenza di progetti per l’inclusione lavorativa: le borse lavoro destinate a persone con sofferenza mentale sono molto poche e assolutamente non sufficienti e sono ancora più scarsi i progetti personalizzati che prevedono l’evoluzione della borse lavoro in un inserimento lavorativo vero e proprio. In questo contesto, evidenziamo come le Cooperative Sociali (ma anche le Associazioni e gli enti del Terzo Settore in generale) rappresentino una risorsa fondamentale all’interno di progetti di recovery.
Quella che, fin dal 2004 ci era sembrata una buona opportunità in tal senso è da allora bloccata ed appesa alle indecisioni e ai tempi della politica. I progetti del Parco della Luna e, al suo interno, dell’Albergo in Via dei Matti, avrebbero potuto essere occasione per ristrutturare e ridare vita ad almeno alcuni dei padiglioni dell’ex manicomio ed avrebbero avuto una ricaduta produttiva, anche con l’inserimento lavorativo di persone con disagio psichico nell’ambito turistico-alberghiero. E invece è tutto fermo: il parco di Collemaggio rischia di essere lasciato in uno stato di abbandono e degrado, nonostante le Associazioni che, grazie alla disponibilità dell’Azienda Sanitaria, hanno sede in strutture provvisorie al suo interno e si rischia di perdere anche l’ultimo finanziamento legato al Master Plan.
Evidenziamo, invece, il risultato ottenuto con l’applicazione della Legge 81 del 2014 che ha portato alla chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e, sul nostro territorio, all’apertura della REMS (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) di Barete e al buon lavoro dell’équipe sanitaria. Resta, tuttavia, la forte criticità delle difficili dimissioni e dei nuovi invii come provvisori, per cui bisogna stimolare i DSM a produrre progetti personalizzati che permettano alla Magistratura di adottare misure di sicurezza alternative all’internamento.
In occasione della celebrazione della Giornata Mondiale della Salute Mentale nei 40 anni dalla promulgazione delle Legge 180, invitiamo quindi la Politica e la Sanità Comunale e Regionale ad affrontare i problemi in modo concreto e non più solo con enunciati che non fanno altro che evidenziare la discrepanza fra il dire e il fare. Quest’anno proponiamo che un Consiglio Comunale straordinario sulla Salute Mentale si svolga all’interno della settimana della disabilità e in coincidenza con la Giornata Nazionale della Salute Mentale il 5 dicembre, anche nell’impegno per la piena applicazione della Legge Basaglia che potremmo sintetizzare come più servizi di Salute Mentale forti sul territorio, minor ricorso ai TSO, impegno all’abolizione di qualsiasi forma di contenzione, vera sconfitta per tutti gli operatori, i pazienti e la società civile in generale.
Parafrasando Basaglia, se è stato dimostrato che “si può fare”, che è possibile curare le persone mentalmente sofferenti nei luoghi di vita e non nei manicomi, e se in alcuni virtuosi luoghi d’Italia questa è già la realtà, dobbiamo lottare affinché questa diventi la “normalità” ovunque.
Ci rivolgiamo, infine, a tutti i giornalisti e agli organi di stampa: spesso il problema dello stigma nei confronti della malattia mentale e di chi ne soffre è alimentato dalla pessima abitudine di accostare la follia ai concetti di crimine e reato. Invitiamo, quindi, a rispettare un’etica giornalistica3 che non alimenti il pregiudizio e la criminalizzazione del malato di mente, ma che riporti in maniera quanto più oggettiva e neutrale i fatti senza soffermarsi sullo stato di salute delle persone coinvolte o, peggio, attribuire a quello l’accaduto.
2)http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_558_allegato.pdf
3)http://www.news-forumsalutementale.it/wp-content/plugins/as-pdf/generate.php?post=4476